petek, 16. avgust 2013

IL CARTELLO DELL’ORO

Degno di una fiction, il teorea di un cartello dell’oro trova empre maggiori adepti sulla scena. MA di cosa si tratta? Semplice, molti sono convinti che dietro i grandi capitali, le materie prime e i loro èrezzi, ci siano poteri più o meno occulti che si occupano di gestirne l’andamento. Per lo più si vede negli Usa il vertice di questa “misteriosa” piramide che affonderebbe le radici in antiche logge massoniche. Prova ne sia, secondo i teorici, ilo strano simbolismo presente proprio sulla moneta statunitense, quel biglietto verde simbolo dei lati più oscuri del capitalismo.

 Ebbene, a prescindere dal fatto che la massoneria è una realtà esistente, si è voluto dare nel tempo a queste associazioni, degli aloni di mistero che forse, ad onor del vero, non posseggono. E per quanto riguarda il cartello dell’oro nemmeno la sua origine è da ricercarsi in lontane tradizioni, ma solo a circa una ventina d’anni fa quando le banche insolventi ricevettero dall’allora presidente della Federal Reserve Alain Greenspan, tassi di interesse alti sul lungo termine e diminuendo quelli sul breve, per portare gli istituti di credito a sfruttare un vantaggioso carry trade tra lo yen in crollo e i bond Usa all’8%.  E qui è coinvolto anche l’oro che, non avendo interesse, poteva essere prestato. Quanto? Difficile dirlo, visto che cifre ufficiali non ce ne sono e ogni valutazione può basarsi solo su stime approssimativa che parlano di una cifra intorno alle 14mila tonnellate.

Ad ogni modo, tornando alla questione dell’oro e del suo “controllo” la teoria del cartello dell’oro prevede le maggiori banche mondiali (che a vedere bene sono per lo più made in Usa) raccolte per riuscire ad organizzare le varie strategie. Goldman Sachs, JP Morgan Chase e Deutsche Bank, Citibank opererebbero come  giannizzeri del governo di Washington in cambio di mano libera su azioni spregiudicate nel resto del mercato. E a vedere gli ultimi scandali finanziari anche in questo caso la realtà è sul punto di superare la fantasia.

LA CINA PUNTA AD AVERE IL SUO DOLLARO


La Cina sta bypassando le difficoltà che la legano (e la respingono) al dollaro. Infatti la future potenziale prima economia al mondo rischia di avere una moneta nazionale che non vale nulla. Perciò corre ai ripari.

Amara la vita del dollaro, l’unità di misura sul quale si bas l’intera economia mondiale, gli scambi internazionale e si fissa il valore delle materie prime. Eppure, nonostateciò , sempre più grande è il rischio, parzialmente verificatosi, di vederlo crollare. Anche se un crollo è in realtà un evento praticamente impossibile, certo è che il dollaro sta iniziando a soffrire al concorrenza di altre valute, soprattutto in un mercato così ampio, variegate e soprattutto privo di un vero e proprio punto focale.