petek, 16. avgust 2013

LA CINA PUNTA AD AVERE IL SUO DOLLARO


La Cina sta bypassando le difficoltà che la legano (e la respingono) al dollaro. Infatti la future potenziale prima economia al mondo rischia di avere una moneta nazionale che non vale nulla. Perciò corre ai ripari.

Amara la vita del dollaro, l’unità di misura sul quale si bas l’intera economia mondiale, gli scambi internazionale e si fissa il valore delle materie prime. Eppure, nonostateciò , sempre più grande è il rischio, parzialmente verificatosi, di vederlo crollare. Anche se un crollo è in realtà un evento praticamente impossibile, certo è che il dollaro sta iniziando a soffrire al concorrenza di altre valute, soprattutto in un mercato così ampio, variegate e soprattutto privo di un vero e proprio punto focale.


Se  il market mover dei panorami internazionali resta ancora la Fed, lo fa sol in ottica di una moneta statunitense svilita appositamente per stimolare l’economia. Diverso, invece, il discorso per quanto riguarda lo scenario internazionale. L’export ha senza dubbio ricevuto un punto a favore dall’indebolimento del dollaro (http://www.milanoborsa.com/la-guerra-silenziosa-tra-dollaro-yuan/), ma le altre grandi nazioni, Guerra valutaria a parte, si stanno facendo avanti altrettantio minacciose e volendo combattere sullo stesso piano.  E la prima fra tutte è la Cina. Quello che riguarda i rapport tra Cina e usa è un problem ache va molto al di là della semplice questione valutaria. Prima di tutto si parla di scambi commerciali e debito, gran parte di quello statunitense, infatti, è detenuto da Pechino. Intanto, però, Washington è un partner cinese e per giunta di prestigio. Eppure in tutto ciò non si dimentica il fatto che lo yuan non ha alcun valore al di fuori dello sterminato suolo cinese. Nemmeno sulla borsa. Il tutto nonostante Pechino si appresti a diventare, Pil permettendo, la prima Potenza al mondo entro il 2020, sempre che, come detto, continui la crescita favolosa che l’ha contraddistinta fino ad ora. Infatti se adesso occupa il secondo gradino del podio un domain non è detto che non potrà effettuare il sorpasso.

Per questo motive ci si potrebbe trovare di fronte a un paradosso senza eguali: la prima economia al mondo che deve sottostare al dollaro mentre al sua moneta è uguale a carta straccia. Nonostante il suo Pil e soprattutto le oscillazioni che porta, tengano con il fiato sospeso l’intero panorama economico internazionale. Non solo, ma la Cina, con l’avvio di un miglioramento della situazione interna e di una borghesia occidentalizzata, ha creato anche un potente indotto in tutto il sud est asiatico. Insomma intere nazioni il cui Pil dipende in gran parte da Pechino e da suo andamento economico. Ancora. L’Australia, largamente esposta alle materie prime e soprattutto ai materiali ferrosi da costruzione, guarda con apprensione al settore immobiliare di Pechino in lieve ma costante discesa. Infatti è proprio l’Australia ad essere, nel settore costruzioni, uno dei più importanti partner di Pechino. Una catena lunga, molto lunga, troppo lung anche porterebbe il dollaro ad essere una figura marginale. Il primo esempio si è avuto con l’Iran: sull’isola di Kish, sperduto lembo nel Golfo Persico, è nata la prima borsa del petrolio che accetta Yuan, invece del dollaro. Quello stesso dollaro che fino ad oggi ha guidato le sorti dell’economia mondiale.

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