Ebbene, a prescindere dal fatto che la massoneria è una realtà esistente, si è voluto dare nel tempo a queste associazioni, degli aloni di mistero che forse, ad onor del vero, non posseggono. E per quanto riguarda il cartello dell’oro nemmeno la sua origine è da ricercarsi in lontane tradizioni, ma solo a circa una ventina d’anni fa quando le banche insolventi ricevettero dall’allora presidente della Federal Reserve Alain Greenspan, tassi di interesse alti sul lungo termine e diminuendo quelli sul breve, per portare gli istituti di credito a sfruttare un vantaggioso carry trade tra lo yen in crollo e i bond Usa all’8%. E qui è coinvolto anche l’oro che, non avendo interesse, poteva essere prestato. Quanto? Difficile dirlo, visto che cifre ufficiali non ce ne sono e ogni valutazione può basarsi solo su stime approssimativa che parlano di una cifra intorno alle 14mila tonnellate.
Ad ogni modo, tornando alla questione dell’oro e del suo “controllo” la teoria del cartello dell’oro prevede le maggiori banche mondiali (che a vedere bene sono per lo più made in Usa) raccolte per riuscire ad organizzare le varie strategie. Goldman Sachs, JP Morgan Chase e Deutsche Bank, Citibank opererebbero come giannizzeri del governo di Washington in cambio di mano libera su azioni spregiudicate nel resto del mercato. E a vedere gli ultimi scandali finanziari anche in questo caso la realtà è sul punto di superare la fantasia.
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